di Claudia Aloisi
Ci sono incontri che segnano, momenti che restano nel cuore e non si sa spiegarne il motivo. La presentazione della professoressa Iride Peis Concas con il suo “Le Janas di Montevecchio” è stato uno di questi incontri, uno di questi momenti.
Nella bella cornice di Piazza Municipio a Iglesias domenica 4 ottobre abbiamo ascoltato i racconti sulle janas, le leggendarie fate sarde, creature antiche e misteriose, dispensatrici di fortuna, ma anche permalose e talvolta temibili.
Una raccolta di storie, corredata da splendide tavole dipinte, che ha incantato per lo spazio di un’ora, lasciando in chi ascoltava la nostalgia di un mondo passato ma ancora vivo. Abbiamo assaporato il potere della parola che evoca l’essere umano nelle sue vicende di amore, morte, vita. Abbiamo scoperto un’eredità preziosa che si snoda nel tempo, e che va consegnata anche ai più giovani perché non si perda. Abbiamo colto la forza che attraversa l’esistenza e che anche nel dolore più duro consente di continuare.
Se davvero le janas esistono e talvolta si avventurano tra noi, Iride Peis Concas è una di loro: con grazia ammaliante ha tessuto storie preziose, piacevoli, commoventi. E non avremmo voluto smettere mai di ascoltare.
La parola crea mondi: anche fatati, ma antichi e veri come l’uomo.