Hogwarts non era mai stata qua.
E me ne rendo conto soltanto ora. Ora che la Fiera del Libro di Iglesias si è conclusa lasciando già dietro sé una scia di quelli che diventeranno, come ogni volta, ricordi preziosi e semi nuovi a cui prestare Attenzione.
Il 25 Aprile dell’anno corrente, si prenda nota, Iglesias è diventata “Iglesias come Hogwarts”.
Per la prima volta ho visto realizzarsi un sogno, di cui personalmente avevo avuto un meraviglioso assaggio per i miei trent’anni, su larga scala.
Argonautilus, Iglesias e Hogwarts.
Casa.
È così che le considero, tutte e tre.
La mia casa Argonautilus ha portato a Iglesias, casa mia, Hogwarts… che è casa.
Non so se rendo l’idea.
Io che ho sempre un mare di parole, questa volta non sono sicura di riuscire a esprimere davvero quello che provo.
Forse perché ancora non ci credo, forse perché tutto mi sembra essere accaduto in una dimensione… magica.
“È vero tutto questo? O sta succedendo dentro la mia testa?”
“Certo che sta succedendo dentro la tua testa. Dovrebbe voler dire che non è vero?”
Harry Potter non morirà mai.
Ci sarà sempre qualcuno che ne parlerà, ci sarà sempre più d’uno che lo rileggerà e ci sarà sempre chi, abbassate le difese, i preconcetti, si accingerà a conoscerlo intimamente per la prima volta e non lo abbandonerà più.
Lo amerà.
Perché difficile è il contrario.
J.K. Rowling a un certo punto ha sentito il bisogno di raccontare ciò che aveva dentro, solo lei sa cosa.
E lo ha trasformato in quella che è diventata una storia immensa, mondiale. Unica.
“Non ci sarà bambino nel nostro mondo che non conoscerà il suo nome.”
I libri di Harry Potter sono davvero come un abbraccio a cui tornare “ogni volta che sei arrabbiato o spaventato”.
Sempre.
E così, Argonautilus, arrivata alla IX Edizione della Fiera del Libro di Iglesias ha pensato bene di celebrare questa magia dedicando una delle quattro giornate proprio a Harry Potter, con una Edizione 0 di “Iglesias come Hogwarts”.
Ricordo come ha preso il volo questa idea… a partire naturalmente dalle pagine dei libri, dalla lettura.
A quanto tempo è rimasta ferma nell’incertezza e nel silenzio.
A quando, in una sera non lontana, l’Esercito di Silente ha preso in mano la situazione, ha ingranato la marcia ed è partito definitivamente senza poter tornare più indietro.
A quante volte ha vacillato e infine a come realmente si è realizzata.
Mi viene da sorridere con tutto il cuore.
Posso immaginare la reazione dei potteriani di ogni età, sfegatati come me, davanti a questa bella notizia.
Mi rifletto nei loro occhi che si illuminano, la dignità che “un minuto prima era lì e poi è sparita, come per magia!”
Timidamente abbiamo iniziato a coinvolgere qualche commerciante, per lo più babbani, se devo essere onesta.
“Ma una cosa è assolutamente certa. Qualcosa di te li ha fatti sbarellare. Per questo sei famoso, per questo tutti conoscono il tuo nome: tu sei il bambino che è sopravvissuto.”
È successo che la magia è diventata tangibile prima ancora di palesarsi.
Orde di bambine e bambini si sono iscritte ai laboratori che abbiamo pensato per loro.
Ragazzi e ragazze dei gruppi di lettura di ArgoCircolo Letterario sono stati al gioco, lavorando sul tempo per diffondere la notizia, pensando al travestimento migliore.
C’è chi, singolarmente, ha creato in silenzio e con amore soltanto per donare qualcosa.
Seconda Stella Eventi si è unita alla nostra “battaglia” come Aberforth si unisce a quella di Hogwarts, sulle battute finali, potenziando di gran lunga il successo che speravamo di ottenere.
Iglesias si è letteralmente mossa all’unisono come se avesse udito la Professoressa McGranitt dire: “Piertotum Locomotor!”
“Ho sempre desiderato usare questo incantesimo.”
Negozianti, bar, farmacie, hotel, gelaterie, ristoranti, pasticcerie hanno lavorato come i musicisti del Circolo Verdi di Iglesias… ognuno con il proprio strumento ma in sincrono per essere partecipi in questo mondo che lega, unisce, gioisce.
Il risultato è stato girare per le vie del centro come fossimo catapultati nel luogo che da sempre, più o meno segretamente, desideriamo abitare.
Hogwarts!
Con lo stemma e le sue case.
La Sala Grande, la classe di Pozioni, il binario 9 3/4 con il carrello pieno di valigie, gabbie, bauli, pronto a scomparire.
Diagon Alley con il Paiolo Magico, il Ghirigoro, il negozio di Accessori per il Quidditch, Magie Sinister; Hoghsmeade con Mielandia e I tre manici di scopa.
Spingersi fino a Via Nuova e vedere ragazzi in divisa Serpeverde affrettarsi verso Piazza Pichi, bambini Grifondoro con i nasi attaccati alle vetrine agghindate per l’occasione… “Guardate che roba, la nuova Nimbus 2000”.
Cagnetti con il mantello e una capra… sì, una capra con cappello a punta, Merdules, che ha vinto il contest “Animali Fantastici”… stregando tutti!
Grazie a Massimo Battista, ospite d’onore in questa giornata a tema, esperto di prime edizioni rare, collaboratore con una libreria indipendente di Trieste, ricercatore e autore del libro “Collezionare Harry Potter e altri libri di J.K. Rowling”, ho riscoperto la Rowling che ha voluto smettere per un attimo di essere la J.K. Rowling di Harry Potter ed è diventata Robert Galbraith, mettendo su un’altra serie di romanzi, gialli questa volta, con protagonista Cormoran Strike. Mi affezionerò anche a lui, lo so.
La cosa più bella però sono stati i Grazie, quelli spontanei, venuti da sé.
I genitori che ringraziano per la gentilezza e l’attenzione, i bambini che ci ripagano con i loro sorrisi, senza parlare.
Adulti che a bassa voce confessano: “comincerò anche io, a leggere Harry Potter.”
Ragazzi e ragazze immersi nella magica atmosfera che ci fermano soltanto per dire: “è stato emozionante passeggiare per le vie, vedere tutto questo, con in sottofondo le musiche che ben conosciamo. Ci è venuta una bolla allo stomaco.”
Come non associarmi a tutto ciò. Essere insieme mittente e destinataria di questa magia, che è soltanto all’inizio, mi fa dimenticare tutte le cose babbane che mi circondano.
Ma avendo letto e riletto e riletto i libri della saga che insieme a me ha unito milioni di persone alla lettura, non posso che aver imparato dal Professor Silente, come Harry, che “Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere.”
© Erika Carta