Si dice che bisogna farle sedimentare, le emozioni.
Elaborarle, lasciarle raffreddare.
Ma perché?
La mia urgenza è tutta contraria: trasferirle immediatamente sul foglio, impresse così come sono ora, vive e vivide.
Avranno il tempo di depositarsi assieme a tutte le altre, di mutare in forme che al momento mi sono sconosciute.
La Fiera del libro 2022 di Argonautilus si è conclusa da poche ore.
Il primo giorno sembra sia stato ieri e già lontano un mese.
Del tipo: “Ti ricordi quando Dario Fabbri, analista geopolitico, è venuto a parlare al Teatro Electra?”
A conclusione delle prime ore di una Fiera che è esplosa in tutta la sua meraviglia annunciata.
Nulla da togliere a un tramonto sul mare, a un bel paesaggio ma, come ci ha insegnato Lino Fioretto, nella Lectio Magistralis su Fedor Dostoevskij, la meraviglia è altro. È qualcosa di molto, molto più profondo che passa per il buio, per il dolore; che prende forma nella penombra e nel silenzio.
Uno stato verso cui protendere continuamente, come per la felicità.
Così sostiene il professor Andrea Maggi che, come Sara aveva previsto, ci ha fatte commuovere raccontando di amore e di rabbia.
Meraviglie, come Sylvia Plath e Gae Aulenti, raccontate da Antonella Grandicelli e Anna Rita Briganti.
O come le donne fatte di muscoli tendini e cuore, che si sono guadagnate la pista alle Olimpiadi per correre a fianco degli uomini e che hanno permesso alla meravigliosa Andrea Marcolongo, di tornare alla nostra Fiera per raccontarci anche la sua, di corsa incontro alla vita. De arte gymnastica.
Francesco Abate, Wu Ming, Antonio Manzini e Stefano Mancuso… meraviglie della natura.
Flavia’s end… intramontabile e che speriamo possa presto vivere di nuova vita attraverso gli occhi e il lavoro del regista americano Anthony La Molinara.
Saremo tutti alla prima fila con la maglietta Argonautilus a sostenere la nostra Claudia Aloisi.
I festival gemelli e gli amici dei festival, base dei nodi di questa rete, sempre più robusta.
Aldo Dalla Vecchia, Letizia Vicidomini, Marco Belli. Rete Pym.
Ospiti come Matteo Giusti, che ti viene naturale salutare come se, trascorso un anno, rivedessi un vecchio amico.
La poesia che ci ha incantati tutti nei pressi di un vicolo, facendo volare il pensiero in alto, più in alto di questa terra.
È poi arrivato un momento che ha ridestato in me ricordi ancora caldi, appena conservati in un posto speciale nel cuore.
La Sicilia.
E questo ponte immenso con la Sardegna che si rinsalda ogni volta che è possibile ma anche da lontano. Giorno per giorno.
Il collettivo Sicilia Niura che narra in modi infiniti i volti infiniti di una terra sorella.
Il mio amico Rosario Russo che ci tiene da morire e non esita a dimostrarlo. Che racconta di sé, dei suoi personaggi e luoghi ma anche dei suoi legami, rendendo tutto più vicino e meravigliosamente umano. E a cui vorrei dire che non ho mai letto così tanti gialli uno appresso all’altro, in vita mia, come da quando converso con lui di letteratura. E gli sono grata per i consigli di lettura, preziose scoperte.
Gaudenzio Schillaci che siccome, “la felicità si racconta sempre male”, ci pensa lui a sviscerarla con parole affilate. Le stesse che certe volte si ha necessità di attraversare a fondo, per comprendere la meraviglia.
Alfio Grasso che mi ha fatto letteralmente piangere dalle risate e che, con la sua casa editrice Algra porta avanti un grande progetto trovando il suo meraviglioso posto fermo in mezzo all’immensità di questo mare.
Alosha Giuseppe Marino. Il primo danzastorie che abbia mai conosciuto. L’unico.
Alosha che racconta senza parlare, che comunica, diverte, commuove.
Professionalità e bontà d’animo, espressività e movimento.
Alosha che mi ha fatto regalo immenso, danzando in uno dei miei posti del cuore. Ancora sono incredula che sia accaduto veramente ma è proprio questo, l’effetto che fa: realtà sospesa, magia. Meraviglia.
Con attorno queste persone e con Antonio Pagliuso, autore, e Mattia della casa editrice Wom, mi sono trovata seduta in una sedia al centro del palco, al parco S’Olivariu, luogo che continua a regalarmi emozioni.
Ho moderato la tavola rotonda “Ponti di libri”. Un sogno, fatto di giorni d’ansia prima e grande soddisfazione, dopo.
Una domenica importante che mi ha vista impegnata in prima persona anche con ArgoCircolo Letterario e tutti i gruppi di lettura dei diversi comuni. Persone presenti, davvero. Presto inizieremo la nuova avventura di quest’anno che ci vedrà partecipare una volta al mese ai nostri amati incontri e confronti di lettura.
Meraviglia è il pubblico che ci ringrazia per aver avuto la possibilità di partecipare a questi eventi carichi di bellezza. Ed è anche l’ospite che ci dice grazie, a sua volta. E che vuole tornare.
Sono sempre più orgogliosa o meglio, Fiera, di essere parte integrante e integrata di questa squadra Argonauta, che è la mia vera vera meraviglia.
Che mi ha fatta nascere di nuovo e mi fa crescere sempre, come piace a me… dentro il mondo che mi appartiene.
I miei compagni di viaggio sono quanto di meglio potessi immaginare mentre camminiamo spediti con una sedia in mano, un mazzo di chiavi da consegnare, un ospite da far entrare in questo gruppo così meravigliosamente squilibrato e compatto.
Perché mentre tutto accade, ci guardiamo, sorridiamo, ci abbracciamo, tendiamo due mani (che se potessimo ne tenderemmo anche tre o quattro). Ci fermiamo e ridiamo.
Li ho lasciati per ultimi ma non smetterò mai di ribadire che senza Eleonora e Maurizio, tutto questo non esisterebbe.
Siamo i primi a credere che la meraviglia non solo sia possibile… ma che sia l’unica cosa che ci salverà.
Erika Carta