Senza sapere il costo dell’ignoranza in Italia ma ricordan dosempre che con la cultura, non si mangia.
Credo che raramente quanto in questi giorni, sia evidente l’importanza della cultura.
Se vogliamo capovolgere il ragionamento, raramente quanto in questi giorni è evidente il costo dell’ignoranza.
No!?
Ragioniamoci insieme.
Il nostro vicino di casa o il nostro amico di Facebook possiedono competenze e conoscenze che fanno impallidire chiunque altro. Allenatore della Nazionale, ministro delle finanze, ministro degli interni, esperto di geopolitica, capo dei servizi segreti, ingegnere costruttore di ponti, a questo proposito mi stavo quasi per scordare teologo che il Papa spostati proprio, compositore e musicista e oggi virologo, infettivologo, epidemiologo, insomma medico e biologo, senza mai abbandonare il settore protezione civile e pubblica sicurezza.
Come??
Il nostro vicino di casa fa il vetraio, e il nostro amico di FB fa il gommista ma esprime giudizi e fa analisi senza sapere e senza aver mai saputo nulla sull’argomento prima che diventasse il tema più discusso del momento?
Vabbè ma un lavoro dovevano pure averlo eh, mica potevano fare gli scienziati o i professoroni!
Con la cultura, non si mangia!
Era il 2014, un saggio tascabile della Laterza di Giovanni Solimine dal titolo Senza Sapere e dal sottotitolo “Il costo dell’ignoranza in Italia” fotografava in 186 pagine (di cui 10 di fonti e riferimenti bibliografici) un paese con basse competenze e incapace di dare un ruolo e un lavoro ai pochi giovani che acquisivano un titolo di studio e una specializzazione. Che infatti in massa sono emigrati. D’altronde è chiaro no!?
Con la cultura, non si mangia!
Invece è andata benissimo affrontando le sfide dei mercati mondiali credendo che si potesse vivere di rendita all’infinito comportandosi come se davvero la nostra ricchezza in campo scientifico, culturale e artistico si sarebbe trasmessa da sola, come un’eredità che passa dai genitori ai figli. Come la casa de nonna… per chi ce l’ha!
Come!?? No??
La nostra economia è in affanno e i paesi emergenti sono quelli che 10/20 anni fa hanno investito in scuola e cultura?
Ma dai!? Davvero?
Sarà proprio il caso che tutti insieme si faccia una riflessione seria su quello che è l’atteggiamento reale e giornaliero nei confronti di queste tematiche.
Approfittiamo di questo momento particolare per fare questa riflessione e sforziamoci di fare critica costruttiva e autocritica.
Per lo sviluppo, l’occupazione e il benessere, il futuro è la cultura.
Forse qualcuno ha anche pensato che gli altri sarebbero rimasti a guardare mentre noi vivevamo di rendita.
Forse qualcuno ha sottovalutato gli effetti nefasti sull’economia e sul benessere della mancanza delle competenze matematiche basilari e dell’analfabetismo funzionale di gran parte della popolazione.
L’idea che quello della cultura sia un passatempo, se non proprio inutile almeno non fondamentale, in quanto non rilevante dal punto di vista economico, appartiene forse al nostro amico di Facebook ma di certo non alla realtà.
Perché senza cultura non si può avere sviluppo di nessun tipo.
Perché senza cultura si perdono le sfide lavorative.
Perché senza cultura si vive meno felici.
Per lo sviluppo, l’occupazione ed il benessere, il futuro è la cultura!
Nella foto una scena di “brutti sporchi e cattivi”
Data di uscita: 23 settembre 1976
Regista: Ettore Scola
Paese di produzione: Italia
La storia è quella dell’invidiabile vita di un uomo che possiede “molti” soldi e infatti vive bene anzi benissimo.
Come?
Conoscete il film!?
Non vive felice!??
Ma dai!?
Davvero?
M011