Abbiamo smesso di leggere anche i dati sulla Lettura. La fulminea reattività di chi scrive sul web, diffonde un commento del commento di un dato non letto. Proviamo quindi a leggerlo insieme, almeno per gli aspetti più significativi.
Il report ISTAT pubblicato il 27 dicembre 2017 sul tema: PRODUZIONE e LETTURA di LIBRI in Italia (anno di riferimento: 2016) è un .pdf di 23 pagine più le tavole.
Per una migliore e più completa visione dei dati, si rimanda al sito Istat http://www.istat.it/it/archivio/207939 dove si possono trovare il testo integrale, la nota metodologica, e tutte le 63 tavole della statistica.
PRODUZIONE
Breve visione dello stato della produzione. La produzione libraria in Italia è stata caratterizzata da un andamento opposto tra il numero di titoli pubblicati e la quantità di copie stampate: i primi sono aumentati del 20% dal 1996 al 2016, mentre la tiratura si è ridotta di oltre la metà.
La popolazione di riferimento* è composta da tutte le case editrici italiane e gli altri enti, sia pubblici che privati, che svolgono attività editoriale. Alla popolazione oggetto di rilevazione, composta complessivamente da circa 2.000 editori, appartengono anche le aziende che stampano libri e pubblicazioni come attività secondaria e che sono presenti, seppure in modo non continuativo, sul mercato editoriale.
(* l’insieme dei portatori potenziali, ma concreti, del Carattere statistico indagato da una Indagine statistica)
È bene quindi ribadire che le opere pubblicate a cui ci si riferisce in questa statistica non sono solo i “libri da libreria”, ma anche tutte le opere pubblicate da enti pubblici e privati che non svolgono attività editoriale a titolo principale.
Produzione, dato Italia, Regioni, Sardegna:
Nel 2016, i circa 1.500 editori attivi censiti hanno pubblicato 61.188 titoli e hanno stampato quasi 129 milioni di copie (circa due copie per ogni cittadino italiano); in media, sono state stampate poco più di 2 mila copie per ciascun titolo pubblicato.
(In media la percentuale di chi dichiara di aver letto un libro in 12 mesi nelle isole è del 30,7%, in media nella regione Sardegna è del 45,7% e la media nella Regione Sicilia è 25,8)
Titoli prodotti +20% Copie stampate -50%
LETTURA
Disuguaglianze sociali, economiche e territoriali anche tra i lettori
Il livello di istruzione continua a essere un elemento fortemente discriminante nell’abitudine alla lettura, radicata soprattutto fra le persone con un titolo di studio più elevato: legge il 73,6% dei laureati (75,0% nel 2015) ma la proporzione si riduce già a poco meno di uno su due fra chi ha conseguito al più un diploma superiore (48,9% nel 2016; 50,2% nel 2015) per arrivare al 23,9% tra chi possiede al più la licenza elementare.
A livello territoriale, la lettura risulta più diffusa nelle regioni del nord-est e del nord-ovest, dove dichiara di aver letto almeno un libro oltre il 48% delle persone residenti (Figura 6 e Tavola 56).
Nel Sud, la quota di lettori scende al 27,5%, mentre nelle Isole si osserva una realtà molto differenziata tra Sicilia e Sardegna (25,8% di lettori rispetto a 45,7%). La tipologia comunale è un ulteriore elemento discriminante: risulta molto più diffusa nei comuni centro dell’area metropolitana, dove si dichiara lettore poco meno della metà degli abitanti (48,6%); la quota scende al 35,6% nei comuni con meno di 2 mila abitanti.
Al di là del contesto territoriale di appartenenza, la lettura si conferma un comportamento fortemente condizionato dall’ambiente familiare e la propensione alla lettura dei bambini e dei ragazzi è certamente favorita dalla presenza di genitori che hanno l’abitudine di leggere libri. Ad esempio, tra i ragazzi di 11-14 anni, legge il 72,3% di chi ha madre e padre lettori e solo il 33,1% di coloro che hanno entrambi i genitori non lettori (Figura 7 e Tavola 57).
Una famiglia su dieci non ha libri in casa
Nel 2016 circa una famiglia su dieci non ha alcun libro in casa, dato ormai costante da quasi un ventennio. Anche nei casi in cui è presente una libreria domestica, il numero di libri disponibili è molto contenuto: il 28,2% delle famiglie possiede non più di 25 libri e il 63,2% ha una libreria con al massimo 100 titoli.
Quasi il 25% ha in casa da 0 a 10 libri, di questi il 10% circa ne possiede 0
OVVERO: il 60% del campione dichiara di NON aver letto neanche un libro in 12 mesi
L’influenza dell’ambiente
Chi non legge non partecipa neppure alle attività culturali
Le motivazioni della non-lettura NON sono di carattere economico.
L’indagine nel suo complesso induce in modo naturale a una riflessione sul: Ruolo degli operatori culturali e sugli obiettivi dell’attività culturale
Emerge la necessità di:
- Più Eventi culturali
- Più Autori nelle scuole
- Più Artisti nelle scuole
- Più Biblioteche e più luoghi della lettura
- Più Librerie
Maggiore è l’offerta e la qualità, migliori sono i dati relativi alla lettura e alla partecipazione alla vita culturale.
Gli eventi culturali hanno come obiettivo quello di accrescere il valore culturale di chi ne fruisce (come la scuola?)
Più ampia è la partecipazione meglio è, tuttavia le dimensioni della partecipazione non sono il fine (che resta la crescita culturale).
Lo show dei numeri – i numeri degli eventi e i numeri dello show
«Se non si vede, sarà un successo». Questo lo spirito con cui è partita, in Francia, la grande offensiva del governo Macron sulla cultura, che sarà annunciata ufficialmente dal presidente a gennaio. Non si punta a iniziative a effetto ma a rivoluzionare il tessuto sociale francese dal basso e a esportare il modello in tutta l’Unione Europea.
- Aumentare e migliorare l’offerta per i ragazzi
- Partire dalla scuola (portando autori e artisti)
E poi?
- In orari extrascolastici aumentare la quantità e qualità dell’offerta culturale nelle biblioteche e in altri luoghi di lettura
- Aumentare fortemente lo scambio e la mobilità, anche sulle brevi distanze. Creare reti tra i comuni e tra le regioni, creare reti tra le manifestazioni culturali.
Crediamo che anche in Italia queste possano essere le prossime sfide per tutti noi operatori culturali.
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