Quando giunse allo zenit, dove la corrente si dissolve, capì di aver osato, di aver sfidato l’impossibile, sentì la sua materialità svanire, sostò nell’estasi, nella beatitudine della contemplazione, e scoprì di avere raggiunto la “Sublimità”.
Pregò Dio che lo accogliesse negli spazi riservati alle creature celesti, agli angeli che ora credeva suoi, quasi, simili.
Un’Aquila che ha provato l’eccellenza, che è stata spirito, vola in alto, sempre più in alto, verso nuove mete alla ricerca di altre emozioni. E quell’Aquila aveva superato i limiti della sua natura, era stato spirito una volta, ora voleva, cercava di rivivere quell’emozione che non sapeva se mai le sarebbe stata ancora concessa.
Attese un’altra portanza propizia e salì in alto, dove il cielo confina con l’eterno, e si cullò per la seconda volta nella beatitudine degli eletti. Si fece guidare dalla luce del sole e vagò negli spazi sconfinati senza meta, senza conoscere la destinazione finale, era nelle mani di Dio.
FRANCO MANIS
estratto da “Sulcis Iglesiente Oggi”
Franco, amico e maestro, ci ha lasciati nei giorni scorsi. Ci mancherà ogni giorno, ma la sua eredità ci darà forza e grande consapevolezza. E lui sarà ancora e sempre con noi, come guida, indirizzo e sostegno.
Com’è sempre stato.