“Sarà l’ignoranza a distruggere l’Italia, non il terrorismo” e “Ciò che fa davvero terrore è una società che soffre di Alzheimer culturale. Una società che dimentica le proprie radici”.
Così il Professor Don Giuseppe Tilocca ha introdotto il convegno dal titolo la Processione del Glorioso Santu Nicolau de Enesta, tenutosi domenica 23 ottobre presso l’Auditorium del Palazzo Vescovile di Iglesias, alla presenza di un pubblico attento e composito.
Si tratta del primo appuntamento realizzato dalla neonata Officina Ecclesiensis, un laboratorio fortemente voluto dall’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Iglesias con il Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio dell’Università di Cagliari che si occuperà di studio, analisi e soprattutto divulgazione.
Le ricerche hanno documentato la presenza nel comprensorio Iglesias di una sentita devozione per San Nicolau de Enesta, il San Nicola Vescovo di Myra, di cui si trovano peraltro evidenze anche nel resto dell’isola (tra gli altri a Donori, Orroli, Sassari, Trullas, Silanus e Quirra).
La devozione è attestata dalla presenza di numerosi luoghi di culto e preghiera dedicati al Santo (purtroppo per lo più in rovina o del tutto scomparsi, come la cappella nell’attuale piazza Lamarmora a Iglesias), di vari simulacri (come ancora oggi nella Cattedrale di Santa Chiara o nella Chiesa di Sant’Antonio abate a Iglesias) e nei toponimi sul territorio, in particolare nella zona di FluminiMaggiore, e presso Buggerru, dove ancora sopravvivono.
Ma la testimonianza più eclatante della devozione era proprio la processione, che nel mese di settembre e già dal XVI secolo, celebrava il Santo in un percorso cultuale che toccava luoghi significativi del territorio, oltre che le porte della città di Iglesias.
“Non c’è speranza di dialogo, se non sappiamo chi siamo” ha ribadito Don Tilocca, affrontando il problema dell’accoglienza e del confronto interrazziale e interreligioso. A partire da questa consapevolezza – che condividiamo profondamente – lo studio condotto dalla Officina Ecclesiensis si è mosso secondo un percorso articolato attraverso fonti storiche, archeologiche, documentali, in quell’ottica interdisciplinare di incontro di saperi che è alla base di ogni conoscenza.
Il convegno si è concluso con un percorso cittadino in quattro tappe, che dalla Cattedrale ha condotto alla Chiesa della Purissima, alla fontana presso la porta per la via della “Muntangia” di Iglesias e infine alla Chiesa di Sant’Antonio. Ogni tappa è stata occasione di approfondimento dei temi trattati durante il convegno.
Il nostro ringraziamento speciale va alla Dottoressa Licia Meloni, direttrice dell’Archivio Diocesano e Biblioteca Diocesana, per averci raccontato in anteprima l’evento.
E.c.